giovedì 15 novembre 2007

Educazione

58 anni, veniamo da una generazione che ancora subiva l’ipocrisia di una disciplina impostata, per lo più su valori buoni, ma che scricchiolava nella favola che, l’obbedienza ai superiori, fosse una delle virtù più sacre, se non la più importante. Le regole, che a volte confondiamo come Valori Umani, non sono applicabili in ogni circostanza. Ogni caso va filtrato nella lente dell’amore. Ma per secoli l’educazione è stata impostata principalmente sull’obbedienza. Una impostazione che permette ai superiori, che siano banalmente i genitori, o una classe genericamente privilegiata (nobiltà, clero, classi sociali per nascita per censo le troviamo in tutte le culture nei secoli passati ed ancora in molte realtà di oggi) di gestire il potere. Molto comodo se il tutto è benedetto anche da Dio. Povero Dio, lo hanno messo in Croce per aver messo in dubbio tale impostazione. Negli anni 50 60, il fatto che si veniva fuori da una guerra, la vittoria delle democrazie, ha fatto sentire in tutti il vento della libertà, il diritto di mettere in discussione il da farsi. I nostri genitori, nel cuore, hanno giustificato la libertà di agire con la nostra testa. Le generazioni successive sono state lasciate ancora più libere, stanno subendo un salto in avanti, oltre a giustificarne la “libertà” , che a questo punto va scritta tra virgolette, a loro è stato tolto anche il concetto di linea educativa. Bene! C’è un po’ di caos. Non si sa più, di fronte a certe notizie, che atteggiamento prendere. C’è necessità di consapevolezza. E’ un fatto culturale. Ai bambini va trasmesso il concetto della necessità di un impostazione educativa e poi vanno educati con trasparenza. Secoli di esperienza non vanno buttati a mare. E’ un problema di Cultura, dobbiamo riferirci alla nostra Cultura, ne dobbiamo parlare, senza approfittare di poteri ipocriti, la Cultura, discussa, elaborata, studiata, evoluta, approfondita, si imporrà da sola, perché per l’Uomo è necessità vitale